Universal Sex Arena

Universal Sex Arena è un sestetto che proviene dal nord est italiano. La nascita del progetto risale all’inverno 2010.

Voce, due chitarre, basso, due batterie, la formazione ha dato alle stampe nel 2013 il disco d’esordio Women Will Be Girls.

A un anno e mezzo circa dal primo disco, dopo un tour di più di settanta date tra cui Sherwood Festival, CSO Pedro, Vinile, Covo, TPO, White Trash (Berlino), Tempesta al Rivolta III, Curtarock, Movement, Radar Festival, Fishmarket, So Far So Good, Urlo Festival, e aperture per Marlene Kuntz, Jennifer Gentle, Tre Allegri Ragazzi Morti, Teatro degli Orrori, Massimo Volume, Bellrays, No Age, arriva il secondo disco Romancitysm, album pubblicato a ottobre 2014 e prodotto dal Jennifer Gentle, Marco Fasolo.

Una musica che pare un folle e meraviglioso danzare tra immaginario rock e avanguardia, riff lancinanti e tribalismo terzomondista, no wave e ballad oblique – scrive il nostro Fabrizio Zampighi in sede di recensione del disco – uno di quei sogni adolescenziali sudati e folli in cui tutto è meravigliosamente fuori posto ma, chissà come, credibile.

A tre anni di distanza esce Abdita. Dodici i pezzi in scaletta, una discesa negli inferi più colorati che possiate immaginare, in cui spiccano le partecipazioni di Elisa De Munari aka Elli De Mon e Luca Ferrari dei Verdena (conosciuto immagino durante le date del tour di Endkadenz aperte proprio dagli U.S.A.), ovviamente alla batteria in “The Time Parlour”, “Horizon of Barking Dogs” e “Radical Leather”, tripletta consecutiva che funge da primo atto di un lavoro sostanzialmente molto corposo e completamente incapace di scendere a compromessi in cui si alternano senza soluzione di continuità (e qui sta il bello) momenti prog e post hardcore (vedi l’opening “Secret People”), blues sui generis (“In Palermo You Can’t Have Me”) o industrial (“Alongshore the River”) eppure mantenendo sempre viva la fiamma della spiritualità che nello specifico si incarna in melodie quasi folk e tribali (“Aetna”) che saltuariamente riemergono. Un disco molto interessante, da metabolizzare con calma sapendo che il meglio esce sulla distanza, una volta entrati nell’ottica. Per gli amante di Battles, Friendly Fires e At The Drive In.

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